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Messagio di Natale dell’Arcivescovo Kutleša, A. D. 2022.

I Magi del secondo capitolo del Vangelo secondo Matteo possono insegnarci l’arte della sapienza. Nessuno sa con certezza chi fossero. Ma sappiamo per certo che hanno risposto alla luce che Dio ha dato loro indicandogli il neonato re dei Giudei, il Signore Gesù Cristo. Erano chiari nella loro intenzione: si misero in cammino con l’intenzione di prostrarsi davanti a lui (Mt 2,2). Le loro parole e le loro azioni indicano più del rispetto che un uomo darebbe ad un re terreno. Nonostante molti ostacoli, cercarono il re appena nato finché non lo trovarono, e quando lo trovarono “si prostrarono e lo adorarono”.

Dio inizia il processo di ricerca. Sbaglieremmo notevolmente se pensassimo che queste persone siano sagge di per sé e che la loro saggezza fosse la ragione per cui cercarono il neonato Re. Il motivo per cui questi saggi cercarono Gesù fu perché Dio prese l’iniziativa rivelando loro un segno in cielo che indicava la nascita del “Re dei Giudei”. Inoltre, annuncia così che questo Messia non è solo il re dei Giudei, ma anche il re delle nazioni. Dio ci illumina con la Sua luce nei modi che possiamo capire e ai quali possiamo rispondere. Nel racconto evangelico della nascita di Gesù si tratta del fatto che l’eterno Dio ha preso spoglie umane per «salvare il suo popolo dai suoi peccati» (Mt 1,21). Il fatto che state ascoltando o leggendo questo messaggio natalizio in questo momento dimostra che Dio ti sta cercando!

Le persone sagge rispondono agli incentivi di Dio cercando Gesù come loro Re. Dio cercò i Magi, ma essi risposero cercando il Re. È stata una ricerca impegnativa in cui hanno manifestato la saggezza dalla quale possiamo imparare quanto segue:

Le persone sagge cercano Gesù Re nonostante le difficoltà che incontreranno. Queste persone hanno dovuto intraprendere un viaggio lungo e difficile. E quando finalmente arrivarono a Gerusalemme, ebbero difficoltà a ottenere indicazioni per raggiungere il luogo specifico! Ci chiediamo perché ebbero bisogno di tutto questo. Quando Dio ci cerca, dovremmo fare tutto il necessario e incontrarlo nonostante le difficoltà per un solo motivo: Egli è l’unico Dio vivente e trovarlo vale tutti i guai possibili! Non c’è dubbio che la vita dei Magi divenne più difficile quando andarono alla ricerca di Gesù. Probabilmente ognuno di noi l’ha sperimentato in qualche forma!

Le persone sagge cercano Gesù come Re nonostante il disinteresse degli altri. I Magi viaggiarono per settimane per adorare il re appena nato. Arrivarono nella capitale ebraica dove un giorno il re avrebbe regnato, aspettandosi che la città fosse felice per la sua nascita. Lì hanno chiesto di lui. Lì nessuno conosce un re appena nato, nemmeno i sacerdoti. Li indirizzarono verso il palazzo di Erode.

Quando Erode sentì del neonato re dei Giudei, non fu disinteressato! Egli «si inquietò e con lui tutta Gerusalemme» (Mt 2,3). Tutta Gerusalemme fu coinvolta nell’inquietudine di Erode! Ma nessuno dei capi religiosi fu così inquietato da accompagnare i Magi a Betlemme. Diedero le risposte bibliche corrette sul luogo di nascita del Messia, ma non erano interessati a viaggiare da Gerusalemme a Betlemme per vederlo. Nonostante l’indifferenza di coloro che avrebbero dovuto essere più interessati, i Magi continuarono fino a Betlemme per inchinarsi.

Il disinteresse degli altri può essere anche per noi un ostacolo nel cercare il Signore Gesù come nostro Re. Il peggiore tipo di disinteresse è quello che deriva da un ambiente religioso in cui le persone conoscono il Re, ma non subordinano le loro vite al suo governo. Considerano che studiare le Scritture sia un interessante abilità accademica, ma non lasciano che esse cambino la loro vita. Considerano fanatici coloro che cercano Gesù ad ogni costo perché questi minacciano la loro tiepidezza. È saggio non lasciare che il disinteresse altrui ci impedisca di cercare Gesù.

Le persone sagge cercano Gesù come Re nonostante le delusioni. Dopo che i Magi videro la stella del neonato Re, partirono per il loro lungo viaggio. Sicuramente avevano delle aspettative su ciò che avrebbero trovato alla fine della strada. E cosa hanno trovato? «Entrati nella casa, videro il Bambino con Maria, sua madre» (Mt 2,11). Una casa normale a Betlemme, genitori normali di una famiglia operaia e un bambino normale. Niente vestiti eleganti, niente camerieri, niente palazzo. Niente che accennasse nemmeno alla regalità. Eppure i Magi “si prostrarono e lo adorarono”.

Per questo ci volle un po’ più di fede! Erano nel palazzo di Erode e vi videro lo splendore, ma non si inchinarono. Ma qui, in questo ambiente ordinario, trovano questa coppia e il loro bambino. Non ha fatto miracoli. Tuttavia, si prostrarono, si inchinarono davanti a lui e offrirono i loro doni.

Se cercate Cristo come vostro Salvatore e Re, avrete sia aspettative che delusioni. Probabilmente sperimenterete che il re Gesù non è come ve lo aspettavate. Vi aspettavate che avrebbe risolto rapidamente tutti i vostri problemi, ma i problemi sono solo aumentati! Vi aspettavate una vita in abbondanza e senza sofferenza, ma sperimentate che non c’è né vita né abbondanza senza sofferenza! Chi impara dai saggi vedrà con gli occhi della fede oltre la delusione.

Le persone sagge cercano Gesù come Re nonostante la loro posizione. I Magi erano persone importanti nella loro zona. Probabilmente erano re loro stessi. Avevano ricchezza e influenza. Eppure qui si inchinano sul pavimento di terra battuta dell’umile capanna davanti al bambino, proclamandolo loro sovrano e re! Quando giunsero alla casa di Betlemme, la dignità o l’orgoglio non impedirono loro di onorare Dio nella forma del Bambino.

L’orgoglioso Erode non si inchinò nella semplicità della grotta di Betlemme. Nemmeno i sacerdoti di Gerusalemme lo fecero e non sapevano nulla della prostrazione dei Magi davanti al piccolo Re. Si prostravano nello spazio consacrato del Tempio, davanti ad altri che potevano vedere la loro devozione. Solo i Magi si inchinarono senza vergogna davanti al bambino che riconobbero come loro Re, nonostante la sua stessa gente non lo riconobbe.

La nostra posizione, i nostri onori e il nostro orgoglio spesso ci impediscono di inchinarci davanti a Gesù come Re. Erode e i capi religiosi ebrei conservarono la loro dignità, ma rimasero senza il Messia che attendevano. I Magi si sono umiliati nella loro dignità, ma hanno ottenuto il Figlio di Dio come loro Re. È saggio sapersi umiliare nei propri onori e nei propri incarichi per non perdere l’insieme, la meta finale e il senso della propria vita!

Dopo che i magi presentarono i loro doni, «ritornarono al loro paese» (Mt 2,12). Non hanno allestito un santuario addebitando un biglietto d’ingresso. Non hanno scritto un libro sul loro viaggio. Tornarono tranquillamente a casa e continuarono con le loro vite. Ma ora erano persone diverse, persone che con la fede vedevano il Re e lo adoravano. Questo è ciò che il Signore vorrebbe che facciamo il giorno di Natale: che rispondiamo al Suo incentivo e gli andiamo incontro con sincera ricerca ed inchino come al proprio Re. Vuole che, avendolo trovato ed essendoci inchinati, ritorniamo nelle nostre case, nel nostro mondo, come persone diverse, persone che vivono sotto la sovranità dell’eterno Re.

I Magi hanno risposto alla luce che è stata data loro e hanno superato tutti gli ostacoli sulla via verso il Salvatore davanti al quale si sono prostrati.

Esprimiamo gli auguri ed il benvenuto a Gesù, affinché a causa della nostra infedeltà, disobbedienza e amor proprio, non rimanga inosservato nella stalla. Congratuliamoci con tutti coloro che, in qualsiasi modo, lo amano, lo apprezzano, lo rispettano e lo seguono!

Che sia per tutti un Natale felice e benedetto, che ognuno senta il tocco di Cristo, il Salvatore, a cui anela il cuore umano, che Egli in tutti noi sconfigga ogni male e peccato, ingiustizia e inquietudine, e che possa colmare i cuori di tutti con la pace e buona volontà! Amen.

(Traduzione: G. Krizman)

(Foto: Tiskovni ured Splitsko-makarske nadbiskupije, prosinac 2022.)